Dopo il tragico epilogo del matrimonio di interessi messo in scena per la campagna referendaria sulla riforma costituzionale, ricomincia l'eterno braccio di ferro tra De Luca e quel Partito Democratico col quale, contrariamente al pensiero di tanti, il Governatore della Campania non è mai andato d'accordo.
Con il naufragare del referendum, infatti, e l'assurda vicenda dei pazienta curati a terra all'ospedale di Nola, le molte voci autorevoli del PD campano hanno evidenziato una tangibile sofferenza nei confronti della politica promossa da De Luca il quale per pronta risposta si è presentato nella serata di ieri con una neo formazione che sembra messa insieme con lo scotch, nel solito tentativo di dimostrare che può andare avanti fare a meno del PD. In definitiva: da un lato un Governatore che con tutto il consenso che dice di avere è costretto a fare continuamente aritmetica con i numeri incerti della propria maggioranza (che probabilmente da parte sue non lo mollerà finché non trova alternative); dall'altro un PD continuamente in crisi che da quando è nato vive più di commissari che di segretari e di conseguenza di una forte influenza nazionale il cui vento in questo momento non gira per niente a favore di De Luca. In mezzo, i cittadini campani che durante la campagna referendaria si sono visti promettere il cielo con provvedimenti come il cosiddetto "Patto per la Campania", la delibera del Cipe sulle infrastrutture da finanziare nei prossimi anni nella nostra regione. Per non parlare dei famosi 200 mila posti di lavoro nella Pubblica Amministrazione. Un mare magnum di annunci che in questo momento rischiano seriamente di restare delle promesse potenzialmente destinate a finire nell'infernale spirale delle trattative che animeranno i giochi di forza in vista delle prossime elezioni politiche. E ancora una volta tra i due litiganti (De Luca e il PD in questo caso) a rimetterci sono i cittadini campani.
di Vincenzo Viglione