Emergenza Covid-19, le proposte del Movimento 5 Stelle per la Campania

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L’approssimarsi della “Fase 2”, che comporterà la graduale ripresa delle attività economiche e il conseguente alleggerimento degli obblighi di permanenza domiciliare, richiede un’attenta riflessione sulle modalità da seguire per garantire il giusto contemperamento tra le esigenze lavorative e produttive e quelle legate al rischio di una nuova espansione del contagio.

Ci troviamo dunque in un momento cruciale in cui ancora una volta le istituzioni dovranno dare prova di grande maturità e spirito di collaborazione, attivando tutti i possibili canali di ascolto e di confronto. Come forza di opposizione abbiamo più volte offerto la nostra disponibilità e richiesto incontri volti allo scambio costruttivo di informazioni e spunti di azione. La politica, in questa fase emergenziale più che mai, deve rappresentare gli interessi dei cittadini, sottraendosi alle logiche di parte.  Abbiamo, dunque, messo a punto un documento che racchiude alcuni possibili interventi elaborati in questi giorni dal nostro gruppo regionale per contribuire ad affrontare nel modo più responsabile e costruttivo l’avvio della “Fase 2”. 

Sanità 

Tutti gli esperti affermano che fino alla vaccinazione di massa dovremo convivere con il virus e che bisogna affiancare all’adeguamento e alla stabilizzazione delle strutture ospedaliere, potenziate durante la fase dell’emergenza, un intervento sanitario di più ampio respiro e puntualmente articolato. 

Controllo epidemiologico 

E’ assolutamente necessario trattare le conseguenze della circolazione del virus, oltre la fase uno e due, come una ‘patologia di comunità’ e avviare un controllo epidemiologico costante, accurato e diffuso della presenza e della circolazione del virus e della presenza e distribuzione della immunità nella popolazione regionale, al fine di poter effettuare interventi mirati. Con riferimento alla ricognizione delle condizioni della popolazione e degli operatori sanitari, se per un verso essa può condurre all’insorgenza di problematiche di gestione di una vasta platea di soggetti potenzialmente positivi ancorché asintomatici, dall’altro costituisce un fondamentale punto di partenza per una efficace azione di monitoraggio, prevenzione e contenimento di ulteriori ondate epidemiche, la quale non può più attualmente adottarsi senza l’effettiva conoscenza della situazione reale dei contagi. Sarebbe opportuno quindi ricostituire e potenziare in Regione Campania l’Osservatorio Epidemiologico, organismo indispensabile per leggere l’epidemia in ogni sua fase e guidare gli interventi di prevenzione e trattamento extra ospedaliero sui soggetti presunti sani (asintomatici) e su quelli in isolamento fiduciario (per il dove, il come e con quale sostegno assistenziale) gestendo questa fase due, la cui durata, al momento, non è definita da evidenze scientifiche. Strumenti operativi della attività dell’Osservatorio, per l’intensità, la qualità, la tempestività delle strategie proposte e costantemente misurate, in termini di efficacia, dal flusso informativo di ritorno sono naturalmente i distretti, i medici di base, e soprattutto dipartimenti di prevenzione; figure a strutture operative che hanno necessità per l’oggi e per il prossimo futuro di adeguata assistenza e sostegno da parte della regione. Senza l’attivazione di queste articolazioni assistenziali saremo nel tempo più pronti a trattare gli acuti negli ospedali ma ci sfuggirà completamente la possibilità di ridurne il numero in altre gravi riaccensioni: la malattia grave e conclamata si vince in ospedale ma l’epidemia si vince sul territorio. 

Quarantena 

In relazione al bisogno di misure ulteriori di contenimento del contagio mediante l’uso di strutture appropriate, l’esperienza internazionale e le inerenti rilevazioni statistiche, depongono risolutamente a favore di un regime di contenimento fondato sull’accentramento della gestione dei Covid positivi in strutture alberghiere, residenziali o altri luoghi destinabili a tale scopo. Tale misura condurrebbe, oltre agli effetti sui contagi, anche rilevanti benefici in termini di assistenza alle persone non autosufficienti e di controllo delle procedure terapeutiche di prevenzione secondaria. 

Assistenza domiciliare 

Sono sempre più numerose (anche sulla scorta delle esperienze internazionali) le evidenze positive (con valenza preventiva rispetto al ricovero in terapia intensiva e sub intensiva) del trattamento precoce delle infezioni, che non potrebbe operarsi senza una rapida ed estesa individuazione delle infezioni medesime. Con riguardo all’adozione di misure di breve e medio termine atte a favorire le terapie domiciliari, si rileva il bisogno di integrare le risorse offerte dalla telemedicina (di cui è già previsto l’ ampliamento) con una struttura organizzativa che supporti l’erogazione delle terapie in regime non ospedaliero (o, quanto meno, non in degenza) , diriga e coordini l’approvvigionamento dei farmaci, la valutazione della loro efficacia a livello nazionale e l’aggiornamento delle terapie disponibili, sulla scorta delle evidenze domestiche e internazionali. Ciò al fine di garantire la somministrazione precoce (a pazienti paucisintomatici con tampone positivo) delle terapie antivirali e di prevenzione delle complicanze polmonari in fase sperimentale e off-label (Remdesivir, Tocilizumab, Idrossiclorochina, etc) secondo protocolli già in uso ovvero in esito alla rilevazione di evidenze di efficacia nazionali e internazionali o nell’ambito dei trials in essere. 

Differenziazione degli ospedali 

E’ necessaria una nuova classificazione e\o riorganizzazione della rete ospedaliera: è necessario prevedere luoghi di cura di medicina, pneumologia, rianimazioni, terapia intensiva e post intensiva pronti, in maniera esclusiva ad affrontare eventuali nuovi casi, sporadici o numerosi provenienti da nuovi focolai, che saranno reparti Covid, nei quali garantire l’isolamento assoluto rispetto ai reparti che invece dovranno occuparsi delle altre patologie acute e croniche della popolazione E’ auspicabile un intervento di ampliamento dell’ offerta ambulatoriale e ospedaliera in elezione per lo sfoltimento delle liste di attesa, ulteriormente incrementate dalla sospensione disposta con ordinanza regionale. 

Medicina del lavoro 

Il ripristino delle attività economiche e produttive dovrà avvenire in sicurezza solo dopo aver previamente sottoposto i lavoratori a screening. Inoltre i lavoratori dovranno essere formati e ricevere indicazioni operative da adottare per contrastare la diffusione dell’epidemia. Al fine di consentire la ripresa delle attività economiche e produttive, i titolari delle attività dovranno adottare una serie di misure logistiche, organizzative e di prevenzione del rischio biologico che sarà necessario prevedere nell’aggiornamento del DVR. Si ritiene, stante il primario interesse collettivo, di sostenere le aziende che dovranno implementare le consulenze di medicina del lavoro, anche attraverso l’impiego del personale dei Centri di formazione accreditati con la Regione Campania e specializzati in materia di sicurezza sul lavoro, per la corretta informazione dei lavoratori negli ambienti di lavoro, per ridefinire le organizzazioni aziendali in modo da ottemperare alle prescrizioni governative sulla riduzione del contagio e per fornire un supporto alla predisposizione e all’aggiornamento dei documenti tesi a garantire la sicurezza sul luogo di lavoro. 

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Sviluppo economico – Attività produttive 

Defiscalizzazione di orizzonte triennale per le micro, le piccole e medie imprese 

Si tratta di una misura che deve essere promossa dalla Regione Campania e dai comuni della Campania su tutta la tassazione relativa alle attività produttive, con particolare riferimento alle imposte e ai tributi regionali che interessano direttamente le imprese che hanno sede legale e operativa sul territorio della Campania. Le misure di defiscalizzazione, coerentemente armonizzate con le misure intraprese a livello statale, devono avere un orizzonte temporale almeno triennale, in modo da garantire la necessaria ripartenza alle imprese colpite dalle ripercussioni lavorative ed economiche correlate allo stato di emergenza. In particolare dovrà essere garantita la massima copertura per le imprese che hanno interrotto la loro produzione durante il periodo di emergenza le (fase 1), anche attraverso la possibile rateizzazione/compensazione delle partite debitorie pregresse e il contestuale rapido assolvimento di tutti i pagamenti da effettuare da parte della Regione e degli enti a essa collegati. 

Reti di impresa – Rilancio dell’export 

È necessario un rilancio dell’export durante la seconda fase, anche e soprattutto attraverso la creazione di reti di impresa, che facciano associare e collegare le micro, le piccole e le medie imprese sul territorio. L’attivazione di strumenti ad hoc per l’aumento della capacità di esportazione da parte delle imprese campane è di fondamentale importanza anche per un rilancio complessivo del settore produttivo ed economico regionale. Deve essere fornita la possibilità di fare impresa in maniera sempre più snella e con meno burocrazia, anche attraverso l’utilizzo di piattaforme regionali utili alla realizzazione di network imprenditoriali, dove i produttori e gli imprenditori campani possano dialogare e avvantaggiarsi del know how accumulato. 

Promozione del Made in Campania – Vetrina regionale dei prodotti campani 

Va data massima attenzione al Made in Campania e alla possibilità che i prodotti delle imprese operanti nel territorio possano avere la più ampia visibilità per tornare a essere concorrenziali sul mercato nazionale e internazionale. A tal proposito, anche attraverso forti investimenti nei settori produttivi trainanti e la valorizzazione della filiera regionale corta e del km zero, la Regione dovrà creare una vera e propria vetrina dei prodotti campani, sia mediante i canali di comunicazione istituzionale che attraverso apposite sovvenzioni nei confronti degli imprenditori che intendono recuperare fette di mercato perdute durante il periodo emergenziale. Una ripresa del comparto produttivo ed economico campano passa necessariamente dalla valorizzazione delle eccellenze del territorio, presenti in larga misura in molti settori produttivi (agricoltura, artigianato, tecnologia, aerospazio, automotive, componentistica, turismo). 

Incremento della platea dei beneficiari Bonus Micro-imprese 

Il bando recentemente emanato dalla Giunta regionale contenente misure per le micro imprese della Campania ha un limite che riguarda il fatturato delle stesse (100.000,00 euro annuo). Andrebbe assolutamente prevista un’estensione di tale limite fino ad almeno 200.000,00, ciò in considerazione della necessità che tali misure economiche possano garantire una prima liquidità al maggior numero di imprenditori campani. 

Rilancio del turismo 

La fase 2 dovrà necessariamente avere come obiettivo primario la ripresa del turismo in ogni sua forma (culturale, balneare, enogastronomico). Si tratta di prevedere misure agevolative fortemente incentrate sulle attività produttive che stanno risentendo in maniera molto pesante dello stato emergenziale. Una Regione come la Campania avrà bisogno di misure specifiche e forti finanziamenti sul settore turistico, anche attraverso la creazione di un fondo di rotazione per le imprese operanti nel settore e che necessitano di strumenti idonei alla ripresa economica, senza dimenticare che il settore genera posti di lavoro e che sarà fondamentale ripartire in tempi rapidi, coerentemente con il quadro epidemiologico e sanitario, per favorire l’avvio delle attività turistiche in totale sicurezza sia degli operatori che dei fruitori. 

Interventi settore Bufalino 

Il Piano socio-economico contro la crisi generata dall'emergenza Covid-19, presentato dalla Giunta regionale, prevede, tra l’altro, la concessione di contributi alle aziende del settore bufalino per la compensazione dei costi derivanti dall’impiego di latte nella razione alimentare, riconoscendo a ciascun operatore un rimborso sui costi di produzione di 1 euro a litro di latte, nel limite massimo di spesa di 10 milioni di euro per l’anno 2020. In particolare, l’utilizzo del latte nella razione alimentare verrà autorizzato al massimo per 60 giorni e per un quantitativo non superiore al 30% della effettiva produzione dell’analogo periodo del 2019. Si ritiene che l’utilizzo del latte invenduto nella razione alimentare degli allevamenti delle aziende in risanamento per la Tubercolosi e Brucellosi potrebbe accrescere le criticità sanitarie nelle aziende stesse. Infatti, l’azienda per evitare la diffusione delle malattie (Tubercolosi e Brucellosi) che sta combattendo, dovrebbe garantire un sistema di termizzazione e/o trattamento del latte aziendale affinché sia scongiurata la diffusione di patogeni che amplierebbero i problemi sanitari. Sarebbe, dunque, opportuno rivedere la misura riguardante il contributo per l’utilizzo del latte invenduto nella razione alimentare degli allevamenti e adottare, quale misura a sostegno del comparto bufalino, la concessione di contributi per la produzione di alimenti a base di latte di bufala con una shelf life, ossia il periodo di conservazione tra produzione e consumo, tale da permettere che gli stessi prodotti possano entrare nel circuito degli indigenti attraverso appositi accordi con le organizzazioni impegnate nella distribuzione. Tale soluzione sarebbe in grado di produrre plurimi effetti positivi, costituendo al contempo una misura di sostegno al settore bufalino e alle fasce di popolazione in stato di indigenza. 

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Misure di sostegno a favore dei lavoratori e dei consumatori 

Bonus agli operatori sanitari 

Prevedere un bonus una tantum di € 1.000 per i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari dei reparti covid e dei pronto soccorso nonché per gli equipaggi delle autoambulanze dei servizi di emergenza urgenza territoriale impegnati in prima linea nella difesa della nostra salute, con grande sacrificio e rischio personale. Bonus ai familiari degli operatori sanitari familiari deceduti per covid. Parimenti prevedere un bonus una tantum di € 1.000 per i familiari degli operatori sanitari deceduti per il covid. 

Numero verde regionale sui prezzi 

Con DGRC n. 173 del 07/04/2020 è stato istituito l’Osservatorio Regionale Prezzi con la funzione di individuare ed arginare ogni fenomeno di distorsione del mercato generato dall’imposizione di prezzi sproporzionati, sia al dettaglio che all’ingrosso.
A tal riguardo, si ritiene che l’istituzione di un osservatorio privo di un canale diretto verso i cittadini, rischia di mancare di uno strumento di immediata segnalazione e di risultare, per tale motivo, meno efficace. 
Al contrario, la presenza di un tessuto sociale di ascolto e di denuncia diffuso sul territorio rappresenta non solo un aumento di informazioni per lo stesso osservatorio come deterrente per contrastare i fenomeni di sciacallaggio, ma anche uno sforzo di trasparenza per le istituzioni e una sollecitazione per i cittadini ad essere coinvolti al fianco dei loro governi locali. Chiediamo, pertanto, l’istituzione di un numero verde al fine di consentire ai cittadini la possibilità di segnalare in maniera repentina ed ad un soggetto centralizzato, eventuali aumenti ingiustificati dei prezzi, che in questa delicata fase di disagio economico danneggerebbero ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie. 

Impiego dei lavoratori della società CAS S.p.a 

In data 3 aprile 2020 la società CAS S.p.a. ha comunicato ai propri dipendenti la sospensione di alcune attività e la richiesta di accesso a misure speciali in tema di ammortizzatori per la durata di nove settimane, sebbene tali attività parrebbero rientrare tra quelle essenziali e di pubblica utilità per le quali non è richiesta la sospensione, secondo le prescrizioni governative. Ad oggi, in molte città della Regione sussistono problemi legati alla gestione dei rifiuti abbandonati per cui i dipendenti di CAS potrebbero essere utilmente impiegati per la selezione merceologica e differenziazione degli stessi, in conformità alla mission aziendale.

Si potrebbe, dunque, valutare l’opportunità di impiegare i lavoratori della società CAS S.p.A., per i quali è stato richiesto il riconoscimento dei trattamenti di Cassa Integrazione salariale in deroga, ex art. 22 del DL 18 del 17 marzo 2020, per la selezione dei rifiuti abbandonati, previa stipula o rafforzamento degli accordi con i Comuni interessati. 

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Mobilità 

Mobilità sostenibile 

Per contribuire ad affrontare la fase 2 dell’emergenza è necessaria l’adozione di misure straordinarie, anche in via sperimentale, per migliorare la mobilità urbana ed extra urbana e l’organizzazione del trasporto in ambito regionale.
Occorre garantire un’alternativa all’uso massivo dei mezzi pubblici e delle auto private, non essendo possibile stipare un elevato numero di persone in un vagone o in bus senza mantenere le prescritte distanze, né sostenibile intasare la città con un elevato numero di vetture private circolanti, come avvenuto fin ora anche in considerazione delle evidenze scientifiche che riconoscono il pericolo insito nella maggior diffusione del virus a causa di livelli elevati di smog (Università di Bologna, Università di Catania, Dipartimento di biostatistica dell’Harvard T.H. Chan School of Public Heath, Boston). 
Una delle soluzioni, già adottata da numerose città in Italia e all’estero è quella di promuovere e sostenere l’uso della bicicletta per gli spostamenti dettati da motivi di lavoro o di necessità in ambito urbano. Tale soluzione è in grado allo stesso tempo di 

  • Garantire il mantenimento delle distanze
  • Azzerare la produzione di smog
  • Rafforzare il sistema immunitario
  • Migliorare l’ossigenazione e la respirazione

Per fare ciò è necessario adottare almeno le seguenti misure: 

  • bandi per la concessione di incentivi agli enti locali che prevedano l’utilizzo di parte della carreggiata per delimitare in via sperimentale apposite corsie ciclabili temporanee con l’utilizzo di segnaletica anche di tipo mobile come coni o barriere mobili per collegare punti d’interesse locale (uffici, scuole, aziende);
  • bandi per la concessione di incentivi regionali per l’acquisto di biciclette, elettriche o muscolari, e dispositivi per la «micro-mobilità elettrica» urbana (nei comuni in cui sia stata autorizzata la sperimentazione ai sensi del Decreto Ministeriale 4 giugno 2019, in collaborazione con gli esercenti aderenti e con i produttori locali (così da produrre un effetto benefico indiretto anche sulle attività economiche legate al settore), subordinati all’utilizzo di un App regionale per mappare gli spostamenti;
  • Concessione di agevolazioni tributarie di competenza regionale ai datori di lavoro che promuovono l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro parametrati sul numero di dipendenti che aderiscono all’iniziativa monitorato mediante la medesima App promossa dalla regione;
  • Concessione di agevolazioni tributarie di competenza regionale agli esercenti che garantiscono sconti ai clienti che usano la bicicletta per fare acquisiti sempre da mappare mediante un’apposita App sviluppata dalla regione; 
  • Pubblicazione di un bando con carattere di urgenza rivolto ai comuni per sostenerli nelle attività di consulenza e progettazione degli interventi per promuovere la ciclabilità utilizzando il fondo istituito con la LR 27/2019 art 1 comma 26. Tale disposizione è rivolta a sostenere secondo una logica partecipativa le attività di analisi, progettazione, individuazione e programmazione da parte degli enti locali dei piani di mobilità ciclistica, in questo caso anche con valenza di piani straordinari.
  • Potenziare l’intermodalità in particolare rispetto alle opzioni possibili per consentire il trasporto delle bici in treno o autobus e per l’utilizzo delle aree attigue alle stazioni del trasporto su ferro e su gomma per il parcheggio in sicurezza delle biciclette, promuovendo apposite collaborazioni e convenzioni con le società che gestiscono il trasporto pubblico locale e regionale;
  • Campagne di sensibilizzazione su circuiti regionali e locali per promuovere l’uso della bicicletta e gli spostamenti pedonali.

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Misure di contenimento del contagio negli spazi pubblici: sanificazione, prevenzione e distanziamento 

Sanificazione dei locali commerciali, degli uffici pubblici e dei mezzi di trasporto 

In previsione dell’avvio della fase 2 e della graduale riapertura degli esercizi commerciali e degli uffici pubblici, occorre predisporre interventi volti alla sanificazione degli ambienti, ma anche dei mezzi di trasporto pubblico che ricominceranno ad essere utilizzati con maggior frequenza.
Occorre, dunque, programmare e disporre l’attuazione da parte dei soggetti coinvolti di una serie di interventi di disinfezione per abbattere completamente i microrganismi patogeni all’interno degli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) installati in ambienti chiusi e ad alta affluenza, inibendo, inoltre, totalmente il ricircolo dell’aria. 
Occorre, inoltre, disporre e richiedere la sanificazione dei locali e delle superfici (pareti, scrivanie, librerie, sedie, banconi ecc), privilegiando, se possibile, l’utilizzo del gas ozono, in quanto non tralascia alcuno spazio ed inoltre non necessita di successiva pulizia delle superfici (come per i disinfettanti a spruzzo) ma, semplicemente di aerazione degli ambienti. 

Trasporto pubblico 

Il trasporto potrà contenere solo la metà degli attuali avventori per la necessità di mantenere il distanziamento tra persone.
Se il numero delle persone che potranno accedere ai mezzi di trasporto dovrà essere minore andranno previsti sistemi di vendita contingentata dei biglietti, con prenotazione anticipata del “posto”, un pre- booking - in modo da non superare il numero di viaggiatori utile per garantire il distanziamento ed evitare assembramenti presso le stazioni e disagi per i cittadini. 
Conseguenzialmente è necessario prevedere percorsi obbligati per i passeggeri in salita ed in discesa e personale a terra per verificare la preventiva prenotazione dei viaggiatori e scaglionare l’entrata a bordo. Nella consapevolezza che ciò può causare ritardi nelle corse, è possibile rimodulare le corse evitando ad esempio fermate per le quali non risultano prenotazioni in salito o in discesa. Riflessi utili sul sistema trasporti per non avere un numero ingestibile di pendolari che devono contemporaneamente utilizzare i mezzi pubblici per andare al lavoro, si avrebbero anche mettendo in campo azioni parallele quali modifiche degli orari di lavoro per i diversi settori economici, con celere incontro coi sindacati di categoria e incentivando il più possibile lo smart working. 

Attività balneare 

In vista dell’approssimarsi della stagione estiva e del conseguente possibile avvio delle attività legate al mare, occorre che la Regione Campania, in quanto titolare delle funzioni di programmazione e indirizzo sull’utilizzo del demanio marittimo, organizzi le attività sui suoi 500 KM di coste per fare in modo che le attività balneari, fondamentali per il benessere e la salute collettiva, possano svolgersi in sicurezza nel rispetto oltre che delle misure igieniche (rivolte in particolare ai gestori di lidi e aree comuni come bar e ristorazione) delle seguenti misure organizzative uniformemente valide su tutto il territorio regionale. Tali misure riguardano: 

  • Adozione di un’apposita ordinanza per assicurare il distanziamento tra le persone e in particolare per garantire una distanza di almeno 3 metri tra un ombrellone e l’altro o comunque tra un raggruppamento di un nucleo familiare e un altro;
  • Attività di ispezione su tutto il tratto di litorale di competenza anche a mezzo droni e in collaborazione con le Capitanerie di porto, previa stipula di apposite convenzioni, per verificare e garantire l’assenza di occupazioni abusive sulle spiagge e lungo la fascia dei 5 metri della battigia che dovrà essere effettivamente libera da ogni ostacolo alla circolazione così da garantire spazi sufficienti per il distanziamento tra le persone e la mobilità;
  • Sostegno economico ai comuni costieri per organizzare un servizio comunale di vigilanza, anche mediante convenzioni con associazioni di volontariato, guardie ambientali e protezione civile che in collaborazione con le polizie municipali si occupi di verificare il rispetto delle misure di sicurezza regionali e di quelle nazionali che saranno adottate su tutte le spiagge libere e in concessione. In particolare per le spiagge libere sarebbe opportuno sostenere i comuni, anche per l’avvio di servizi di salvamento, qualora non ne siano già dotati.
    La spiaggia libera è un diritto per chi non ha mezzi economici sufficienti e non si può assolutamente pensare di tenere aperti gli stabilimenti e chiudere l’accesso alla spiaggia libera, perché ciò sarebbe in contrasto con basilari principi di uguaglianza costituzionalmente garantiti.

Divieto di esposizione alimenti all’aperto 

Con sentenza n. 6108 del 2014, la III sezione penale della Corte di Cassazione ha ribadito il divieto di esporre gli ortaggi, la frutta e la verdura all’esterno dell’esercizio commerciale. Detto divieto si fonda su ragioni igieniche e di tutela dei prodotti dagli agenti chimici e inquinanti e trae origine dall’articolo 5 della legge n. 283 del 1962 che pone il divieto di vendere alimenti in cattivo stato di conservazione. Atteso che l’emergenza epidemiologica che ha coinvolto il nostro Paese impone la massima attenzione circa il rispetto delle prescrizioni igieniche, occorre che la Giunta promuova ogni iniziativa di competenza per rafforzare la vigilanza, affinché sia garantito il rispetto delle norme igieniche e di conservazione degli alimenti e sia assolutamente preclusa l’esposizione degli stessi al di fuori degli esercizi commerciali autorizzati alla vendita. 

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Rifiuti 

Gestione rifiuti prodotti nelle strutture ospedaliere 

L’emergenza epidemiologica in atto nel nostro Paese ha triplicato il volume di rifiuti prodotti in ambito ospedaliero e ha reso ancor più complicato il conferimento e lo smaltimento dei rifiuti urbani provenienti da utenze domestiche con soggetti risultati positivi. Sussiste, quindi, un concreto rischio di saturazione degli impianti di trattamento e quindi di interruzione delle attività di raccolta. 

Il D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254, recante la disciplina della gestione dei rifiuti, prevede due modalità di smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi: 

  • raccolta e smaltimento in discarica ovvero incenerimento;
  • preventiva sterilizzazione dei rifiuti presso la struttura ospedaliera, così da ridurre la carica
    microbica ivi presente, eliminando gli agenti patogeni, e riducendone contestualmente peso e volume.
    Delle due modalità indicate per lo smaltimento dei rifiuti in ambito ospedaliero, la quasi totalità degli ospedali sta ricorrendo al sistema della raccolta e dello smaltimento in discarica ovvero dell’incenerimento, in quanto, secondo quanto risulta, nessuna struttura ospedaliera è attualmente dotata di un impianto di sterilizzazione volto a eliminare gli agenti patogeni.
    L’impiego di questa tecnologia avrebbe, invece, molteplici riflessi positivi: in primis, riducendo notevolmente la quantità di rifiuti da destinare a discarica o a incenerimento e consentendo il recupero della materia così ottenuta a fini energetici. Inoltre, determinerebbe un minor impatto sull’ambiente, riducendo traffico veicolare dei camion che trasportano i rifiuti.
    Sul punto chiediamo di valutare l’opportunità di dotare di impianti di sterilizzazione di rifiuti sanitari tutte le strutture ospedaliere regionali che ne sono attualmente sguarnite.