Sono stata a Siviglia per parlare di mobilità umanizzata e partecipare ad una serie di incontri sulla mobilità ciclabile, insieme ad associazioni attive ed amiche della bici, omologhe di noi Fiab italiani, per comprendere come abbia fatto una città del sud a somigliare alla tanto elogiata Copenaghen. Sin da subito ci accompagnano a noleggiare una bici in uno dei tanti negozietti cittadini, ed è molto semplice ed economico, prendiamo delle bici rosse a pois come un ventaglio della Andalusia.
Cominciamo a pedalare e ci raccontano come avvenne il cambiamento: nel 2006 il Comune della città decise di investire fortemente in una serie di azioni per l'alleggerimento del traffico cittadino, la lotta allo smog e la conquista della vivibilità. I pochi chilometri di ciclabile di allora furono l'inizio per di una rete dal centro alla periferia con un reticolo di piste interconnesse che oggi copre la bellezza di 140 chilometri e viene usato da più di 70.000 utenti.
Un'idea di sviluppo che ha restituito spazi, silenzi ed aria pulita, ha creato lavoro (sono più di 2500 le bici del bike sharing, tanti i negozi di noleggio, tante ciclofficine e tanto lavoro con l'indotto della bici) e ha alleggerito il trasporto pubblico. Le 250 stazioni identificabili con il logo SEVici distribuite in tutto il capoluogo andaluso permettono di affittare le bici con un abbonamento settimanale pochi euro. A disposizione degli studenti di Siviglia ci sono ben 400 bici pieghevoli.
Questo il simbolo della ciclabile che attraversa il centro storico della città e ti porta nel magico cuore di Siviglia
Un ponte che agevolmente permette di raggiungere l'altra sponda del fiume e tiene ben separato il traffico automobilistico dal percorso bici. Insomma un cambiamento epocale una rete interconnessa, questa: https://goo.gl/oindaR
E vi assicuro essere un sollievo godere del vento che ti accarezza mentre pedali a 42 o 45 gradi nonostante sia pomeriggio inoltrato La città ha cambiato faccia. Hanno trovato spazio l'uomo, il silenzio, il respiro la vivibilità ed il rispetto.
Questa una delle soluzioni architettoniche che consentono di superare i dislivelli con facilità e naturalmente i benefici ricadono su tutte le ruote, passeggini, ruote delle carrozzelle. In questo caso la ciclabile che corre lungo il fiume si collega con le ciclabili superiori
Questo è quello che sarebbe potuto succedere anche alla mia Napoli se un sindaco chiacchierone e traditore della bici non avesse sfruttato indecorosamente l'immagine della bici senza portare in sei anni un contributo serio durevole e promotore di sviluppo. Una pista ciclabile ferma a quella già progettata finanziata in epoca Iervolino. Un bike sharing dove gli stalli sono diventate panchine, le bici sono finite non si sa dove e un progetto del Miur è finito nel dimenticatoio.Una mobilità sognata nel centro storico foriera di ben altri cambiamenti che scolorisce insieme ai disegnini delle bici per terra. Una grotta da attraversare irrespirabile e pericolosa. Resta solo qualche manifestazione stitica una volta l'anno alla quale il sindaco e i suoi prodi accorrono per farsi immortalare in patetiche foto in sella.
La prova che la pista ciclabile a Napoli non gode di alcun tipo di considerazione è l'oltraggio che subisce ogni anno in occasione delle sagre mangerecce. Quest'anno persino durante la settimana della mobilità ciclistica attraverso una nota del comune che impediva il passaggio dei ciclisti sulla ciclabile.
Essere qui mi dà ancora di più il segno del tradimento, dello sviluppo mancato, dell'opportunità persa, dell'opportunismo politico di chi inneggia alla rivoluzione mentre utilizza gli stessi sistemi di quelli che finge di combattere. E purtroppo il mondo della bici abituato a stare nell'angolo dell'incompreso tace e china la testa. L'ultimo investimento di circa sette milioni di euro per i semafori intelligenti (senza un'azione sulla mobilità ciclistica ) fa comprende quanto sia lontano il sindaco e il suo staff dal mondo della mobilità umanizzata. Ma in questo mondo di fossili amministratori finti rivoluzionari il sindaco non è solo. La giunta regionale ha approvato una ciclabile che costerà sette volte più della media nazionale e che rinnega quella idea di rete di interconnessione e di intermodalità che pur facemmo approvare e che è diventata legge. Una legge ferma nel cassetto di questi amministratori dinosauri.
Le piste ciclabili della regione non rispettano il piano della mobilità (video) https://goo.gl/kUgjQT (articolo) https://goo.gl/wqDnX1
Adesso cercherò di comprendere come individuare forme di finanziamento comunitario che possano andare nella direzione della modernità e creare quello sviluppo a cui abbiamo diritto e quelle opportunità di lavoro che possano consentire ai nostri giovani di restare e godere della nostra terra. Per ogni euro investito nel favorire la mobilità alternativa c’è un ritorno economico di 13 euro. I benefici per le città includono anche maggior commercio per i negozi locali, meno congestione del traffico e riduzione dell’inquinamento.
Intervento mobilità ciclistica 2017 https://goo.gl/uLTizD
Questa è la situazione a Napoli
Naturalmente questo è sviluppo e crescita diffusa che diventa subito indipendente dalla parte politica che lo genera. Non è controllabile, non è gestibile con la legge "Do ut des". Insomma, non puzza di frittura , forse per questo non è appetibile. MANDIAMOLI A CASA E A PIEDI!!!!
Di Maria Muscarà